Dopo il debutto, la band scozzese con i due dischi successivi non aveva mantenuto lo stesso livello. Erano lavori buoni, ma mostravano tentativi di crescita troppo timidi. Con questo album, invece, il quartetto riesce finalmente a evolversi ritrovando la qualità e l’impatto di nove anni fa. L’ampliamento dello spettro sonoro e, di conseguenza, delle influenze è evidente ma lo stile che li ha resi famosi non viene snaturato e la grande maturità delle melodie viene valorizzata al meglio da un suono che finalmente è ambizioso senza paura di mostrarlo. Tra le band della propria generazione, stanno invecchiando meglio di tutti.
84/100